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Kids
26 Gennaio 2016
caro pianeta ti scrivo
Marco, Giovanna e il loro cane Hermes viaggiano per il mondo per andare a trovare i loro amici sparsi nel Pianeta. Alla fine del viaggio mandano ai bambini una valigetta raccontando loro il Paese o la città dove sono stati. Dentro la valigetta ci sono sempre molte sorprese; un libro, una lettera, le foto del viaggio, un gioco manuale che aiuta a sperimentare la cultura di quel posto e tutto il materiale che serve per scoprire posti, gente e culture diverse mentre si gioca e si passa un tempo di qualità insieme ai piccoli. Un'idea bellissima, come bellissima è la nostra intervista alle ragazze che portano avanti il progetto Caro pianeta:

Vi facciamo tornare bambine... Immaginate di scrivere una lettera al nostrocaro Pianeta: cosa vorreste dirgli?

Caro Pianeta, mi sembri così grande è pieno di meraviglie che vorrei vederti tutto. Ho sentito parlare tanto di te! Ma sai, alcune cose non mi sono chiare perché non le capisco.nHo sentito spesso che gli adulti si lamentano che la tua aria e la tua acqua sono inquinatee questo ci sta provocando tante malattie e tanti problemi con le piogge e il clima. Ma poi gli adulti usano sempre la macchina perché non gli piace andare con il bus o la bicicletta, durante l’estate usano le maglie perché l’aria condizionata fa venire freddo e vogliono mangiare le fragole a dicembre anche se si sa che le fragole crescono quando arriva il caldo. Perché fanno così?

O come l’altro giorno. Non capisco perché i miei nonni mi hanno detto che sono molto preoccupati perché nella mia classe è pieno di stranieri. Io gli ho detto di no. In classe mia solo c’è la maestra e ci sono dei bambini. Anzi, bambini molto simpatici. C’è ne uno, che è un mio amico,mi dà dei dolci al miele e pistacchio che io non avevo mai mangiato. Sono buonissimi. Li fa la sua mamma che è bellissima e porta sempre dei veli colorati in testa, anche d’estate!
Un’altra bimba invece ha gli occhi come i cinesi, ma lei dice che è nata in Vietnam. Ha i capelli bellissimi lunghi, neri e brillanti e invece la sua mamma è bionda come me perché è nata in Svezia e pare che lì, siano tutti biondi e alti.  Poi il mio compagno di banco ha la pelle nera e i capelli pieni di riccioli. E sai da dove viene? Dall’Africa! Mi dice che da lui ci sono i leoni e che un giorno andremo al suo Paese insieme per vederli. T’immagini? Non vedo l’ora! Non so se la mamma mi ci farà andare ma penso che se porto a casa dei bei voti e le prometto che farò la brava, alla fine mi dirà di sì.

Anche c’è una cosa che ho visto in TV e non mi è chiara. Ho visto che ci sono Paesi dove c’è gente che non può camminare perché è troppo grassa! E anche se mangiano tanto cioccolato dopo mi sembrano molto tristi perché si ammalano. Invece in altri paesi ho visto che ci sono bambini che non possono mangiare e sono così deboli che non possono nemmeno piangere. In quei Paesi non hanno l’acqua e le piante non possono crescere. Perché non si può fare che dove sono troppo grassi ci piova un po’ meno e dove sono troppo magri ci piova di più?
Ma, sai una cosa? Mio fratello, che è più grande di me, dice che gli è venuta un’idea geniale che potrebbe risolvere tanti tuoi problemi. Dice che se usiamo il calore del sole e la forza del vento per fare energia non avremo bisogno del petrolio. Anche a me sembra geniale perché io so che il petrolio ti sporca e ti fa ammalare, e tu sei casa nostra. Chi è che vuole vivere in una casa sporca che cade a pezzi? E poi so anche che il petrolio fa fare delle guerre perché tutti lo vogliono, ma il sole e il vento sono di tutti!

Ti prometto Pianeta caro che io ti curerò sempre. La maestra ci ha spiegato piccole cose che possiamo fare per coccolare te e tutti quelli che ti abitanoe siccome secondo me sei troppo meraviglioso per non pensarti non mi scorderò mai di coccolarti ogni giorno.

Ti voglio bene. XXXX


Il Pianeta di oggi raccontato dai media ai bambini può fare paura: qual è ilmodo migliore secondo voi per affrontare con loro questo grande caos einfondergli la voglia di conoscere?

Con empatia verso gli altri e soprattutto su quello che è diverso. I bambini non hanno pregiudizi, siamo noi a infonderli. Certo che non è tutto di colore rosa, ma dobbiamo stare molto attenti a come spieghiamo cosa succede nel mondo e mai e poi mai generalizzare i concetti. Invece di pregiudizi dovremmo contagiarli di curiosità e voglia di comprendere e farsi delle domande. Noi pensiamo e vediamo il mondo in un determinato modo perché è il nostro intorno che ci ha fatto così, ma ci piace domandarci “come saremmo, cosa penseremmo e quali sarebbero i nostri sogni se fossimo nate in un paesino sperduto dell’Etiopia, in una grande metropoli dell’India o in una fattoria dell’Australia?”
L’esempio chiaro e semplice che ci fa vedere come l’intorno ci fa diversi è il cibo: a noi l’idea di mangiare insetti ci fa venire i capelli diritti, ma agli americani è l’idea di mangiare coniglio che fa venire i brividi, perché per loro è un animale domestico.

Vi voglio raccontare un aneddoto (Ivette). Pochi anni fa feci un viaggio in una barca vela con una ragazza inglese, una coppia di finlandesi e una coppia di olandesi. Prima di partire, ci dividemmo i compiti e a noi toccò pensare alle colazione. Caricammo la dispensa di 6 tipi diversi di biscotti, cornetti vuoti e ripieni, marmellata di ogni tipo, burro e nutella. Eravamo molto sodisfatti del nostro contributo ma già la prima mattina, con nostra sorpresa, fu un disastro! L’inglese voleva delle uova, i finlandesi volevano proteine tipo tonno o qualche pesce in lattina e gli olandesi chiedevano formaggio! Tutti europei, tutti abitavamo in Italia e nessuno voleva rinunciare alle sue abitudini fondamentali. Almeno non così presto alla mattina… e solo si parlava di cibo! Ma è la diversità che ci fa interessanti, altrimenti questo pianeta sarebbe molto noioso. E un altro valore che dovremmo essere capaci di infondere è la responsabilità e il rispetto per l’ambiente. Non basta solo riciclare, dobbiamo acquistare in modo consapevole e essere più esigenti.


State per partire per un viaggio, ma avete solo una piccola valigetta: cosaci mettete dentro e soprattutto, dove andate?

Ivette: andrei in Argentina. Sono anni che ci voglio andare perché amo il tango e il suono che ha lo spagnolo in Argentina. Mi piacerebbe molto anche visitare la Pampa argentina. Questi spazi infiniti di natura incontaminata adesso che abito in centro a Roma, mi attirano molto! Nella valigetta ci metterei degli occhiali da sole, li porto sempre con me, e un libro ambientato nel posto.

Judit: andrei in Birmania o Laos. Sono ancora paesi che conoscono poco il turismo e siccome sono poca amica della globalizzazione e molto delle tradizioni, penso che sia una destinazione da raggiugere senza aspettare troppo. Nella valigetta mi porterei una crema contro le zanzare, non le posso sopportare.

Nuria: andrei in Marocco. Amo il Mediterraneo, amo la cucina speziata, amo i mercati affollati, osservare il viavai della gente e non conosco il Marocco, quindi mi pare la destinazione giusta. Mi porterei dei sandali o scarpe comode; per conoscere bene il posto e la gente si deve camminare molto e non avere paura di perdersi.


E un bambino non dovrebbe mai partire senza...?

Senza preparare un po’il viaggio anche con lui. Raccontargli cose del paese o la città dove si andrà, come è la gente, cosa si mangia o semplicemente fargli vedere qualche foto. Motivarlo e aprire la sua curiosità farà sì che vi segua instancabilmente perché se capisce dove si va sicuramente sarà contagiato dalla stessa voglia dei grandi.
I viaggi sono una scuola di vita per tutti; ma poter fare viaggiare i bambini è un vero lusso per la loro educazione. E non c’è bisogno di andare all’altra parte del mondo o spendere lo stipendio di un anno per fare sì che un viaggio sia indimenticabile. Ancor meno se uno ha la fortuna di vivere in Italia!

Grazie ragazze per le emozioni che ci avete fatto provare. E noi genitori, siamo pronti a tornare a stupirci con i nostri figli?

DD
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