Se potessimo tornare ragazze, il blog che vorremmo leggere e seguire sarebbe di certo quello di Silvia Benedet, i diari della lambretta. Ci piace per le sue illustrazioni, fotografie (come le utlime dedicate alle finestre di Tallin) e per lo stile inconfondibile nella scelta delle mete per i suoi viaggi. Sì, perché i diari della labretta è un blog di viaggio, ma soprattutto sono gli appunti di Silvia che in questa bellissima intervista si racconta a voi lettori e interroga tutti noi sul nostro essere turisti o viaggiatori. Da leggere!
Silvia, condividiamo con te la passione per i tanti borghi e luoghi del cuore nascosti della nostra regione, il Veneto. Qual è il modo migliore per raccontarli?
Non so quale sia il modo migliore, posso però dirvi qual è il mio. Cerco di essere slegata dall’ottica turistica e raccontare la fruibilità di un luogo secondo chi ci vive. L’idea è trovare il bello dietro l’angolo, scovare angolini preziosi dietro casa, fare dell’ordinario una cosa speciale, appuntare una storia in un posto. Un’altra angolazione, ancor più bella e interessante, è far parlare i luoghi. Attraverso gli aneddoti di chi ci vive, attraverso un sapore, un oggetto. Mi piacerebbe aver il tempo per affrontare questo tipo di approccio in modo più profondo.
Cosa cerchi quando viaggi in “terre lontane”? E quando invece preferisci scegliere mete vicine?
In realtà le scelte sono spesso dettate da questioni pratiche e logistiche, come tempo e budget a disposizione. Da quando abbiamo scoperto il viaggio su due ruote, cerchiamo di sfruttare questa modalità il più possibile. Non è sempre fattibile, per stagionalità, meteo, costi. Quindi, ultimamente, invece di essere dettata da stimoli esterni (per me la scelta di una destinazione è sempre stata molto legata a ispirazioni date da una particolare lettura, un paesaggio, una storia, intorno alla quale poi veniva costruito l’itinerario) la ricerca si focalizza più su: quali sono le nostre opzioni, se vogliamo la lambretta al seguito?
Per quanto riguarda terre vicine o lontane, non ci vedo molta differenza. Qual è lo spartiacque tra vicino e lontano? Dipende tutto da noi, da come ci mettiamo in viaggio. Quello che cerco ha sempre a che fare con la scoperta, voglio sempre tornare a casa con dei tasselli in più.
Oltre alla tua lambretta (a proposito, ha un nome?), non potresti partire senza:
Mappa cartacea, attrezzatura per la pioggia, macchina fotografica (analogica, digitale, anche quella del cellulare, mi basta averne almeno una), senza uno di questi elementi, non mi sento a mio agio. Inoltre, lo scorso marzo, insieme a Irene del blog viachesiva ho lanciato Ink Your Travel, una linea di magliette (che ormai comprende anche degli accessori vari) dedicata ai viaggiatori: da allora sono parte fissa e consistente del mio guardaroba di viaggio. La lambretta non ha propriamente un nome, ogni tanto scherzosamente la chiamiamo "Linda", o "Linda linda", con un doppio riferimento alla sigla Li del modello (è appunto una seconda serie 125 Li del 1960) e alla canzone punk rock della band giapponese The blue hearts.
Nel tuo blog usi tre linguaggi: la scrittura, l’illustrazione e la fotografia. Perché e soprattutto come scegli di utilizzarne uno e non un altro per descrivere i tuoi viaggi?
Il blog per me è una palestra, uno stimolo a mettermi in gioco. Scrittura, fotografia e disegno sono delle arti che non padroneggio, ma che voglio in continuazione migliorare. i diari della lambretta mi aiuta a farlo senza vincoli, restrizioni o strutture preimpostate. La scelta è quindi dettata dall’ispirazione, dal mezzo che - sul momento - mi sembra il più adatto per condividere il mio sguardo su un determinato luogo.
Ti chiediamo infine due consigli di lettura… Cosa leggere per viaggiare un po’ mentre fuori dalla finestra nevicherà? E un libro che ci consigli ambientato proprio in Veneto?
Sta nevicando proprio ora, e non c’è niente di più bello che accoccolarsi sul divano a leggere, con questo tempo! Sono una lettrice molto vorace, e non ho una spiccata predilezione per la letteratura di viaggio, più per la narrativa in generale. Quindi i due consigli di lettura che posso dare, non dedicati necessariamente ai giramondo, sono: una raccolta di racconti di Alice Munro - non parlano di viaggi, ma sono tanti piccoli universi. La maggior parte è ambientata in Ontario, e in me ha già fatto accendere la curiosità per i grandi paesaggi canadesi; riguardo al Veneto, sto leggendo proprio ora “Guida alla Venezia ribelle”, uno sguardo alternativo sulla mia città preferita che contiene storie, Storia e un invito alla riscoperta dei soliti itinerari. Credo potrebbe essere interessante anche per chi in laguna ha già consumato diverse suole di scarpe.
Dobbiamo aggiungere altro a tutte queste ispirazioni multi-sensoriali? Sì, un grazie a Sivlia!
DD