Sono onorata di poter dedicare oggi un post a 2550, il nuovo libro di Giulio Antonacci, una persona e un professionista che stimo molto e che per molti anni è stato il direttore de Il Giornale di Vicenza. Il libro uscirà a fine Novembre e racconta la città e i cittadini, visti con la lente del giornalista di lungo corso.
2550 sono i giorni da direttore vissuti da Giulio Antonacci, voce del giornalismo berico, pugliese trapiantato in città e profondo conoscitore della realtà vicentina. “Se vieni da lontano, hai voglia di recuperare, di capire il territorio, di interpretare. E allora va a finire che conosci la città meglio di chi ci è nato”. Giulio Antonacci è pronto a far uscire il suo primo libro, nato dalla lettura dei suoi diari, riempiti un po’ alla volta negli anni della direzione del Giornale di Vicenza, dal 2002 al 2009. Anni di grande trasformazione, di cambiamento ed evoluzione di una professione “da fare con passione”, e allo stesso tempo anni difficili, per il sopraggiungere della crisi economica e un degenerare della politica. Nell’opera con doppia prefazione (Michelangelo Bellinetti e Giorgio Sala), i vezzi letterari lasciano il passo ad una scrittura veloce, giornalistica, che ne ha contraddistinto la penna. Ma non si tratta di un’opera in cui voglia togliersi alcuni sassolini dalla scarpa, quanto piuttosto una strategia per non lasciar morire i ricordi e offrire spazio ad alcune riflessioni sulla città, i suoi protagonisti, le sue contraddizioni. Non pensate però che si tratti di una azione da commiato alla professione. Giulio Antonacci è pronto a riscendere in campo, questa volta per dirigere una rivista presente da alcuni anni alla quale darà una forte impronta rinnovatrice. Il libro, piuttosto, è la prova di una nuova avventura. E considerando che sta già pensando ad un altro romanzo, questa volta autobiografico ed emotivo, significa che è una prova andata bene.
DD