Schiscetta: termine milanese, nato negli anni ‘60 quando tute blu e impiegati mangiavano sul posto di lavoro portandosi “qualcosa” da casa. Mettevano tutto in un contenitore di metallo, spesso “schiacciando” in strati il risotto giallo e la classica cotoletta o le verdure.
Schiscetta Perfetta: libro di Alessandro Vannicelli, autore anche del blog Schisciando, che ha reso innovativo, particolare e gustosissimo il pranzo portato "da casa". Lo abbiamo intervistato per voi:
Dalla foto degli operai newyorchesi ai lavoratori, magari tuoi coetanei, di oggi: cosa è cambiato e cosa no nel "rituale" della pausa pranzo?
È in corso una rivoluzione dei costumi: gli impiegati, soprattutto giovani della classe media si comportano come gli operai di un tempo. I nostri padri e nonni. Si va al super mercato, si compra “il pranzo”, anzi lo si assembla in molti casi, e si va a consumarlo al sole, quando non fa freddo. Negli Stati Uniti è un’abitudine normale e i film ci hanno trasmesso da sempre le immagini di yuppie seduti al sole di Central Park che pranzano con un panino. Ma da noi non si usava, negli uffici regnava un certo fighettismo, e poteva essere fonte di un certo imbarazzo. Oggi, invece, molti arrivano in ufficio con la borsa termica dove dentro c’è il mangiare preparato in casa. Un tempo erano gli operai che si portavano in fabbrica la schiscetta, con dentro il pranzo, oggi sono gli impiegati, spesso precari. La crisi è anche questo, una rivoluzione antropologica di usi e costumi alimentari. Si risparmia e fa anche bene alla salute perché si mangia genuino. Il pranzo si porta da casa e con i buoni pasto (se e quando ci sono!) si fa la spesa. Io l’ho sempre definita “Schiscetta Social”, si ha occasione per conoscere i propri colleghi riavvicinandosi al contatto umano, che spesso dimentichiamo con in mano i nostri smartphone.
Un ingrediente semplice che resiste a frigo, microonde e altre intemperie:
Partiamo col dire che non sono contro l’utilizzo del microonde. Sia per riscaldare gli alimenti che per cucinarli direttamente. Esattamente come quando ci si scalda il viso alla luce del sole, nel forno a microonde, le onde penetrano nei cibi e li cuociono, agendo sull’acqua contenuta negli alimenti. Quello che non si può ottenere con la cottura a microonde è la caramellizzazione degli zuccheri, che avviene a temperature elevate, quindi scordiamoci l’effetto croccante e dorato che otteniamo con il forno.
Il trucco, se c’è un trucco per il microonde sono: cibi leggeri, sani e veloci. Esempio: zuppe e vellutate di verdure o legumi, sogliola, parmigiana di melanzane, polpette di carne e verdura.
Non solo la schiscetta: cosa non manca mai in una pausa pranzo 2.0?
Non mancano mai i contenitori. Ne esistono di meravigliosi. Di design, personalizzabili e di grande ergonomia. Io personalmente, essendo Geek inside, adoro quelli con la presa USB da collegare al mac o al PC per scaldare la propria pietanza quando il microonde negli uffici latita. Diciamo che la schiscetta sta diventando una tendenza.
Anche se chiamarla tendenza è un ossimoro (trendy etc.), perchè la schiscetta più che rappresentare la ricchezza è qualcosa di storicamente opposto, di proletario. È stata considerata fino a qualche tempo fa un po’ “sfigata”, sinonimo di gente che la sera sta a spadellare per non doversi procacciare del cibo il giorno successivo e non sforare dal risicato budget mensile. Ma è proprio questo il punto: la consapevolezza e il ritorno a godersi del tempo e migliorare la qualità e non la quantità della propria vita.
Immagina di invitare dei personaggi a creare una ricetta fantasiosa e adatta alla schiscetta del lavoro. Chi chiameresti e perché?
Oliviero Toscani, perché ho apprezzato il lavoro con Slow Food e i suoi scatti degli ingredienti in via d’estinzione. Una sorta di punto di vista, lo stesso che io ho usato (con ovviamente risultati peggiori in termini fotografici sia chiaro) per i miei pranzi da ufficio (un cambio antropologico di usi e costumi dei nostri pranzi). Valentina Nappi, la pornostar, perché (parlando di #foodporn) il buon sesso inizia anche in tavola.
E quando la schiscetta diventerà troppo stretta? Ossia, che progetti hai per il tuo foodblog?
Molto presto sarà on-line il nuovo sito www.schisciando.com aperto alle schiscette della community che mi segue, ci saranno aree tematiche con focus settimanali e le ricette, che ora trovate in parte sul libro. Il Tumblr rimarrà, essendo la “genesi” del progetto. C’è il canale YouTube, dove sto sperimentando qualche piccolo format video. Sul lato editoriale vi tengo sulle spine, ho in mente, alcune folli. Rimanete in contatto.
Seguite Alessandro e le sue piccole grandi ricette qui.
DD