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Lifestyle
05 Agosto 2014
Francesca, con la Toscana nel cuore... di Miami
Che bello andare a Miami due volte in una settimana, anche solo con un post... Il merito va alla nostra contributor Francesca che vi ha raccontato una domenica tipo della sua città qui, mentre oggi è la protagonista di questa bella intervista in cui ci racconta l'infanzia in Toscana, i viaggi, la moda, le tante cose belle della sua vita. 

Sei nata e cresciuta in Toscana: qual è il primo ricordo della tua infanzia?

Le cicale sull’albero di fico le notti d’estate e i pomeriggi delle vacanze di Natale tra gli olivi in campagna con i pomelli rossi dal freddo sotto un sole pallido pallido.


Come ha influenzato la tua vita e la tua carriera il fatto di essere cresciuta in un luogo così ricco di bellezza?

Come diceva Diana Vreeland, "il mio occhio deve viaggiare"; questo desiderio necessità di essere circondata da cose belle, che sia un bel piatto di spaghetti con le arselle o un abito fatto su misura o, quando proprio non c’è rimedio, mi accontento di entrare in libreria e comprare Archiectural Digest. Secondo me è genetico, viene come la miopia, e mi aiuta a ripristinare i ritmi lenti del slow living che tendo a mandare al dimenticatoio sotto le palme.


Raccontaci le città in cui hai vissuto e lavorato scegliendo i capi must-have di ognuna.

A Firenze un paio di mocassini di Gucci con la staffa di bronzo e i panini tartufati di Procacci.
Milano un cappottino doppio petto di Blumarine celeste polvere con la martingala bellissimo e che non teneva per niente caldo e un paio di kombat boots di Miu Miu costati il mio primo stipendio. Non ho mangiato per il resto del mese.
Londra sono stati periodi diversi. Il mio primo viaggio d’estate un maglione bianco a trecce di shetland comprato d’emergenza perché pioveva sempre e avevo fatto male le valigie. Il mio ultimo soggiorno invernale mi ricordo con affetto il mio primo piumino di Aspesi, molto anni '90.
A Miami porto una staffa del defunto mocassino di Gucci al collo come chocker, il cappottino di Bluemarine entra ed esce dell’armadio a seconda delle stagioni e ci fa la sua figura e una gonna con una all-over print di barche a vela che la mia bisnonna aveva cucito alla mia mamma. Il caffè fatto con la moka la mattina è la mia religione.


Cosa vedi dalla tua scrivania di Miami e che tempo fa?

Palme e cielo blu. Se me lo chiedi di pomeriggio palme e la tempesta pomeridiana. Il trucco d’estate è l’aria condizionata, che rende tutto apprezzabile.


Cosa indossi oggi e cosa non manca mai nella valigia delle tue vacanze, magari in Italia?

Un mini abito di paillettes bianche con una silouette in contrasto che sembra molto una "Donna Summer", pantalone mórbido di seta disegno cravatta che il mio nonno avrebbe definito ‘all’acqua in casa’ e un paio di Stan Smith edizione limitata. Il tutto perché tendo a privilegiare la comodità senza dimenticare che le paillettes non vanno solo relegate alla sera e mettono di buon umore.  Nella valigia per l’Italia c’è sempre una weekender extra e vuota che finisce sempre per rientrare a Miami colma di scarpe e libri in italiano che compro a profusione.

Un abbraccio a Francesca che ritroveremo su DDmag a settembre, ma che intanto ci parla di stile e molto altro nel suo bellissimo sito: www.chicfb.com

DD


You were born and raised in Tuscany: what’s your first memory as a child?

The cicadas on the fig trees during breezy summer nights and these afternoons during the Christmas vacations filled with laughter, olive trees, a pale sun and rosy cheeks from running in the fields.
 

How did being brought up in a place filled of beauty influence your life and career?

Diana Vreeland said ‘the eye has to travel’. I have a continuous desire, almost addiction of being surrounded by beautiful things, whether it’s an earthy bowl of spaghetti with clams or a bespoke suit. When I have no chance of seeing anything beautiful, I delve into Architectural Digest and a cup of coffee. It must be genetic, it comes like being short sighted, and it helps me restore those slow living rhythms that tend to fade when I live under the palms.


Tell us the cities where you lived and worked (Florence, Milan, London, Miami) with a must-have piece of wardrobe.

In Florence a pair of Gucci horse bit loafers and truffle sandwiches at Procacci.

In Milan it was this Blumarine heather blue coat with a martingale detail that was chic as hell as well as extremely cold. Since I was working in fashion, I bought with my first salary my first combat Miu Miu boots. I couldn’t do the groceries for the rest of the month.

London were different phases of my life. The first time it was August and I had to buy a Shetland braided crew neck sweater because I had packed so wrongly that I hadn’t calculated the rain and the drop in temperature. My last stay, in the winter, corresponds to my first Aspesi puffer jacket, super ‘90s.

In Miami I wear that brass Gucci horse bit as a chocker and the Blumarine coat goes in and out of the closet, where it still looks very chic. This summer I have resuscitated a full skirt with an all-over print of sailing boats that my great grandmother had sewn for my mom, in a sense of sustainability. Italian coffee in the morning is my religion.


What do you see from your desk in Miami and how’s the weather?

Palms and blue skies. Then, if you ask me in the afternoon, palms and the daily rainfall. The trick in the summer is the air conditioning that makes everything pleasant.


What are you wearing today and what’s never missing from the luggage of your next vacation (maybe to Italy)?

A mini dress of white sequins with a contrasting silhouette that seems a Donna Summer from the 70s, soft silk culottes with a tie print and a pair of limited edition Stan Smith. The high/low is because my prerogative is being comfortable without omitting sequins during the day as they put everyone in a good mood.
In the luggage for Italy there’s always an empty weekender that ends up coming back filled with books and shoes that I buy without shame.


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