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Lifestyle
16 Ottobre 2015
COPENHAGEN: luci e ombre della civiltà moderna
In questi anni DDmag ha avuto accanto numerosi amici e tantissimi contributor. Per noi non sono solo collaboratori, ma veri compagni di viaggio; allora perché non partire proprio con le loro foto e le loro parole verso destinazioni fuori dal sentiero battuto? Vogliamo inaugurare questi piccoli reportage firmati dai nostri cari amici con un viaggio a Copenhagen del fotografo Luciano Doria.


Come sempre, per trarre il meglio da un soggiorno di pochi giorni occorre tenersi distanti dagli attizzatoi per turisti, che a Copenhagen sono particolarmente commerciali e al limite del pacchiano. Un esempio, i giardini di Tivoli, che sembrano un grande lunapark (carissimo poi l’ingresso), e il Municipio, tappezzato di insegne pubblicitarie che si intravedono ancora prima di raggiungere la piazza.

Ore 9:00am
Per cogliere l’essenza vera della città, la visita dovrebbe dunque iniziare con una passeggiata lungo il porto – Copenhagen significa infatti porto di mercanti – dove si concentrano anche le architetture più interessanti. All’avvicinarsi della pausa pranzo, la città offre un parterre eccellente di ristoranti e locali di design che lasciano soddisfatti sia i palati che gli occhi più esigenti. I visitatori più raffinati e intrepidi (nonché senza limiti di budget, ça va sans dire) saltino pure le code fuori dai café e si dirigano senza esitazione al Noma, il ristorante più famoso del mondo, dove la cucina è un incontro, davvero molto ravvicinato (basta leggere il menù per capire il perché), con la natura. Se invece dello yogurt alle formiche (vive, naturalmente) del Noma preferite lo street food, a Copenhagen c’è un’intera isola, PapirØen, dedicata al cibo di strada; qui si può pranzare seduti in cima ad un container con vista sui canali e sul teatro dell’opera. E il cibo è davvero niente male.

Ore 2:30pm
È ora di smaltire il pranzo. Come? Non pensate alla solita passeggiata (per oggi abbiamo già dato), questa volta ci muoviamo alla danese. Pensate che nel 2013 in tutta la Danimarca ne hanno vendute cinquecentomila; sono le biciclette, le vere regine dello spostamento in città. Le piste ciclabili sono sacre (attenti a non finirci in mezzo, qui pedalano velocissimi…) e sono letteralmente ovunque, alla stregua di arterie principali di scorrimento (a volte sono addirittura più grandi della strada che costeggiano). Le opzioni sono molte; si può decidere di noleggiare a ore una white bike del comune (si trovano in grandi rastrelliere disseminate in giro per la città) prenotandola direttamente dal tablet posizionato sul manubrio, oppure andare dal primo rivenditore di biciclette in vista e stabilire un forfait per la durata del proprio soggiorno.

Ore 9:30pm
Per chiudere la giornata, merita una visita la zona sud nel quartiere-accampamento di Christiania. Nata come comunità indipendente e, in partenza, svincolata economicamente dal resto del mondo, alla fine ha dovuto fare i conti con la realtà e adesso si finanzia con attività al limite del legale. Qui si può incrociare davvero di tutto, dal personaggio a volto coperto alla famiglia allegra con bambini e animali domestici al seguito; è un’area che mostra fino in fondo i contrasti di una metropoli all’avanguardia, che ha saputo comunque sfruttare al meglio le proprie risorse per raggiungere una vetta di benessere che tutto il resto del mondo le invidia.

Testi e foto di Luciano Doria


 
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